venerdì, aprile 07, 2006

 

Ospedale Meyer di Firenze - "meglio starsene a casa"

Il presente scritto intende richiamare ad una maggiore sensibilità quanti si trovano ad avere a che fare con persone più sfortunate di loro.
Mia figlia Asia, 12 anni, è affetta da sindrome di Grieg (rosolia congenita), riconosciuta portatrice di handicap grave ai sensi della legge 104.
A causa di un glaucoma in atto, la bambina è costretta a sottoporsi a continue misurazioni della pressione oculare. Rifiutandosi di farlo da sveglia, siamo costretti a ricorrere all’anestesia quasi trimestralmente, nonostante ne abbia effettuate già sei.
Cercando di rendere l'anestesia un’esperienza meno dolorosa e traumatica possibile, ci rivolgiamo, anche privatamente, a medici di fiducia. Ciò anche a seguito della negativa esperienza presso l'ospedale “Meyer” di Firenze, nonostante ci sarebbe comodo perché distante 500 metri dalla nostra abitazione. Purtroppo presso tale struttura sanitaria, in nome della “completa autonomia e discrezionalità dell'anestesista”, abbiamo rilevato un’assoluta chiusura verso una qualsiasi forma non solo di collaborazione tra medici e genitori ma anche d’informazione sull’iter terapeutico (visto il nostro caso, crediamo ci sia forte differenza tra “intubare” una bambina o partire da una maschera facciale, o sapere con quali farmaci s’intende procedere o se c’è bisogno di un ricovero di tre giorni “per cautela”, come c’è stato preventivato). Inoltre, nell’unica circostanza di utilizzo della struttura, è bastato un malinteso sull’orario della prestazione per amplificare tali atteggiamenti maldisposti. In sintesi: rigidità mentale, scarsa considerazione delle esigenze altrui, soprattutto mancanza di predisposizione ad una pratica basilare: l’ascolto.
Grazie a tale servizio, siamo costretti anche ad affrontare viaggi in altre città. A Roma, all'ospedale Madre Giuseppina Vannini, dove la bambina è stata ricoverata in day hospital, siamo entrati alle ore 8 e usciti dopo appena due ore e mezza. Facendo Tac e risonanza magnetica in “sedazione profonda” di poco più di un’ora con maschera facciale. Esattamente tutto ciò che avevamo chiesto al “Meyer”; sentendoci poi in colpa, vista la loro reazione, come se avessimo preteso la luna… Ed intanto si occupano letti strutture sanitarie, inutilmente ed a nostra spese, non certo degli amministratori del Meyer…

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